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Roma, Camera dei Deputati, 3 agosto 2001
DELEGA AL GOVERNO PER LA RIFORMA DEL DIRITTO SOCIETARIO
Intervento di Marco Boato per dichiarazione di voto
sulla proposta di legge e abbinate: Fassino ed altri

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge:

Delega al Governo per la riforma del diritto societario; e dell'abbinata proposta di legge d'iniziativa dei deputati Fassino ed altri.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1137)

PRESIDENTE. Passiamo dunque alle dichiarazioni di voto finale.

Avverto che la Presidenza ha disposto la ripresa televisiva diretta delle dichiarazioni di voto finale. Sono previsti dieci minuti per ciascun gruppo ed un tempo aggiuntivo per il gruppo misto. Gli interventi si svolgeranno in ordine crescente in relazione alla consistenza numerica dei gruppi, iniziando dalle componenti del gruppo misto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.

MARCO BOATO. Signor Presidente, colleghi deputati, oggi viene scritta una brutta pagina, una pagina nera nella lunga storia del Parlamento e, ahimè, nella breve storia del Governo di centrodestra.

La riforma del diritto societario era matura da molti anni ed era stata preparata dai Governi dell'Ulivo e del centrosinistra, attraverso la Commissione Mirone e sulla base di un'ampia consultazione di tutti i soggetti interessati. Per questo motivo era stata unanimemente riconosciuta l'urgenza per questo disegno di legge, con il quale lo stesso Governo Berlusconi aveva ripresentato integralmente e in modo identico il testo della Commissione Mirone.

Questa originaria e apparente unanimità è stata completamente travolta e stravolta dalla maggioranza di centrodestra e dal suo Governo su due questioni fondamentali.

Con una vera e propria truffa parlamentare si è tramutato questo disegno di legge in una aggressione quasi di sapore vendicativo nei confronti del sistema della cooperazione e, al tempo stesso, in una sanatoria per legge dei processi pendenti per falso in bilancio: processi che, ahimè, riguardano anche il Presidente del Consiglio dei ministri.

Per quanto riguarda il sistema della cooperazione si è imposta una palese violazione degli articoli 45 e 2 della Costituzione, calpestando valori fondamentali che riguardano la funzione sociale e la solidarietà economica nel sistema della cooperazione.

Per quanto riguarda la questione del falso in bilancio si sono introdotte innovazioni gravissime in materia penale, in modo da vanificare i processi pendenti, compresi quelli riguardanti il Presidente del Consiglio e in modo da portare l'Italia totalmente fuori, rispetto ad un quadro europeo in questa materia, che deve tutelare sia i cittadini sia il sistema delle imprese.

Personalmente - lo ripeto - auguro al Presidente Berlusconi di poter dimostrare la propria innocenza nel merito dei processi che lo riguardano e non di conquistarsi un'impunità imposta per legge, attraverso la prescrizione dei reati imposta in modo fraudolento dalla maggioranza di centrodestra che lo sostiene.

Noi Verdi - e se mi permettono i colleghi - noi Socialisti siamo sempre stati garantisti, a favore della cultura delle garanzie e della legalità. Ma, il garantismo non è sinonimo di impunità, tanto più di un'impunità che riguarderebbe anche e prima di tutto il Presidente del Consiglio in relazione ai processi che lo riguardano personalmente.

Siamo di fronte ad un gigantesco conflitto di interessi, non sul piano economico generale - di quello parleremo in un altro momento - ma per la diretta incidenza di queste norme, che la maggioranza di centrodestra sta per approvare con il nostro voto contrario, sui processi in corso per falso in bilancio. Questo è inaccettabile ed è bene che l'opinione pubblica lo sappia. Su questo punto - mi dispiace dirlo - questa non è la Casa delle libertà, ma la casa delle impunità e questo è inaccettabile!

L'articolo 11 contiene norme di carattere criminogeno, che coprono il crimine e che tendono ad incentivarlo. Si tratta di norme che ci portano fuori dal quadro europeo, che disincentivano ad allargare lo stesso mercato borsistico (leggetevi Il Sole 24 Ore di questi giorni, che insistentemente getta l'allarme su questo punto). In tal modo, si spingono le imprese a restar fuori dalla quotazione in borsa, perché questa sarà, con queste norme, una garanzia per l'illegalità e per l'impunità.

State per approvare norme che, anziché incentivare e tutelare la trasparenza sul piano economico-finanziario, spingono a violare impunemente la trasparenza e la correttezza economico-finanziaria.

Nell'XI legislatura dai banchi di Alleanza nazionale si sventolano le manette e dai banchi della Lega nord Padania si faceva penzolare un cappio da forca. Noi eravamo in totale disaccordo con questi metodi e con la volgare ondata di giustizialismo di allora, ma oggi le posizioni di Alleanza nazionale, di Forza Italia e della Lega nord Padania sono irriconoscibili nel senso opposto. C'è anche chi confonde il garantismo con l'impunità, ma su questa strada - ve lo ripeto - ci troverete sempre contro. Ci troverete contro in nome degli interessi del paese e anche del sistema economico del nostro paese, in nome della credibilità dell'Italia in Europa e in nome di un'autentica cultura delle garanzie e della legalità, che noi riaffermiamo con forza rispetto, da una parte, a un giustizialismo privo di senso e, oggi, a uno pseudogarantismo che diventa sinonimo di un'impunità imposta per legge.

Questa, Presidente, è una pagina nera per la storia del Parlamento, è una pagina nera per il neonato Governo di centrodestra

(Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Verdi-l'Ulivo, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo, di Rifondazione comunista, Misto-Comunisti italiani, Misto-socialisti democratici italiani e Misto-Minoranze linguistiche - Congratulazioni).

 

  Marco Boato

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